Voglio stare primo su Google
A quanti di voi è stata fatta la domanda: come si fa a essere primo su Google?
Ho fatto il sito 2 giorni fa, come mai adesso non sono già il primo su Google? Ma come, io pensavo che una volta fatto il sito poi su google sarei stato sempre il primo… io voglio stare primo su google!
Ah, per la cronaca. Questo articolo si sarebbe dovuto chiamare “voglio essere primo su Google”, ma la richiesta mi è spesso stata posta proprio così come l’ho scritta… voglio stare primo su Google. Nella mia testa questa frase si concretizza come un uomo che se ne sta a braccia conserte sotto il logo di google, e sta lì guardando tutti gli altri più in basso, baldanzoso della sua superiorità.
Torniamo al tema.
Quante volte mi sono sentito fare la stessa domanda e quante volte ho dovuto dare sempre la stessa risposta.
Userò la metafora della fila al supermercato. Ma che cacchio c’entra la fila adesso? Vah be’… leggi un pò e vediamo perchè c’entra eccome.
Lo so che viviamo in Italia, e so che in Italia il concetto di fila è un concetto interpretabile e variopinto; proviamo a spiegarlo come faceva Giacobazzi durante uno sketch televisivo.
La fila all’estero? Dritta…. è una fila…
Il concetto di fila in Italia prevede che il primo è sempre primo (come all’estero), ma il primo in Italia ha alle sue spalle due secondi a pari merito, che hanno a loro volta 4 terzi a pari merito che, essendo da podio, se la giocano la partita.
Seguendo questo schema, che definiremo da ora in avanti “lo schema Italiano” 🙂 , nella prima pagina di google invece di 10 risultati ce ne dovrebbero essere 512.
Ehehehhe magari eh? E invece Google non è Italiano e quindi nella prima pagina sempre 10 risultati ci sono. Maledetti americani. 🙂
Quindi, caro il mio cliente, è improbabile che tu, essendo l’ultimo della lista e avendo pubblicato il sito 2 giorni fa, ora voglia diventare subito il primo… o no?? Un pò di lavoro dovremo e dovrai farlo, o pensi che quei 10 che stanno lì in prima pagina ci stanno perchè non hanno nient’altro di meglio da fare?
E quindi quelli che mi hanno venduto il servizio con cui posso diventare subito primo su Google senza fare niente?
Ehhh… mi sa che ti hanno fregato amico mio, a meno che tu non abbia inventato un oggetto che al mondo non esisteva e su internet non se ne sia mai parlato: a quel punto ne parli solo tu e quando ti cerchi trovi solo tu… ma a quel punto non sei solo il primo, sei anche l’unico… ed essendo l’unico ti cercherai solo tu.
Il lavoro per diventare primi su google è un lavoro lungo, dispendioso e non lo può fare qualcuno da solo mentre tu stai a guardare.
Va creato un sito questo è ovvio (oddio ultimamente qualcuno mi ha chiesto di diventare primo senza avere un sito/facebook/niente… mah…), ma la creazione di un sito è solo l’inizio della favola, la creazione dei contenuti va fatta e la si deve fare in 2, tu che crei il testo descrivendomi cosa fai e perchè dovrei venire da te rispetto ad un altro, e qualcuno che prende queste idee e le converte in testi adatti per scalare il posizionamento di Google.
Cliente: e quindi devo lavorare anche io?? No… no io non ho mica tempo… mi hanno fatto un preventivo dove io fra un mese sono primo su Google e non devo fare nient’altro… perchè non dovrei accettarlo?? Hanno detto che quando qualcuno scriverà hotel su google io sarò il primo…
Io: se vuoi farti fregare dei soldi allora fai pure, ma poi non venire a rompere l’anima a me che hai speso dei soldi e alla fine non hai ottenuto un beneficio dal lavoro fatto. Perchè non solo verrai a rompermi le balle, ma siccome hai già speso dei soldi prima poi non li vorrai spendere con me e farai pure il tirchio…
Il lavoro del posizionamento è un lavoro bastardo, diventare primi su alcune parole chiave su Google è difficile ed è una rottura di palle non indifferente, perchè spesso richiede un lungo lungo lavoro sia per me che per te e mi dispiace, non ci sono grandi alternative a questo metodo.
Oddio forse una alternativa c’è… puoi sempre rivolgerti al cugggino, ma questa, amico mio, è tutta un’altra storia… 🙂
Medito gente. Medito.
Autore: Michele Prati.
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